giovedì 11 ottobre 2012

HR 2020: L'AIDP si interroga sul futuro della Direzione del Personale

HR 2020: L'AIDP si interroga sul futuro della Direzione del Personale
di Elisa Antonioni, Vicepresidente AIDP Abruzzo e Molise[ elisa@sinergieducation.it ]
Nel 2020 le imprese impiegheranno una forza lavoro del tutto diversa, per cultura e skill. Useranno tecnologie e metodi gestionali più evoluti, dedicandosi a business che oggi appena si intravedono. Il Professor Domenico De Masi ha chiesto ai relatori del convegno: come deve modificarsi la funzione HR, per far fronte a questi cambiamenti? Quali saranno le key competence per i dirigenti e i professionisti delle HR?
Il ruolo attuale in azienda e il prestigio delle HR è adeguato alle funzioni delicatissime che esse sono chiamate a svolgere? La posizione dei Direttori del Personale è destinata a crescere nell'azienda postindustriale? E poi: In Italia si lavora troppo poco? Oppure si lavora troppo ma a bassa produttività? La quantità e la qualità della produzione e dei servizi dipende dal controllo o dalla motivazione? È ancora tempo di leader carismatici o piuttosto dei "nice leader", che creano organizzazioni garbate e rispettose delle singole personalità?
Ed ecco la staffetta di alcuni interventi del convegno.Per Raffaele Credidio, Presidente AIDP Abruzzo e Molise e HR Operations Manager in Micron Technology Italia è importante sottolineare come con questo convegno i Direttori HR abruzzesi sono stati pronti a rimettersi in discussione, analizzando le nuove competenze a loro richieste per competere nel 2020. Prosegue attraverso un'interessante metafora con il dipinto "La Vocazione di San Matteo", opera del Caravaggio e copertina del volume "HR 2020. Storie e prospettive" (edito da Guerini, autori Domenico De Masi e Stefano Palumbo, ndr), che ha dato il titolo al convegno, ed evidenzia come "la luce (la soluzione, la via di fuga dalla crisi) non viene dalla finestra (sarebbe scontato) ma è una nuova via (nel quadro la grazia divina) e quindi un vero e proprio cambio di paradigma. Nel passaggio dalla società industriale alla società postindustriale, dobbiamo rimettere in discussione tutto, persino che la luce provenga dalla finestra!"
Continua il suo intervento evidenziando il periodo di disorientamento della nostra società, un disorientamento provocato dalla scomparsa dei vecchi modelli tayloristici e dalla mancanza di nuovi modelli di riferimento. "Dobbiamo essere soggetti digitali e non soggetti analogici. I primi sono ottimisti, difensori delle pari opportunità, della interculturalità, della globalizzazione. I secondi, invece, sono pessimisti, spaventati dallo sviluppo demografico, dall'immigrazione e multirazzialità....non osano pensare al futuro e tanto meno a programmarlo, non si rendono conto della destrutturazione del tempo e dello spazio, come si fa ancora in molte aziende, che sono, purtroppo, ancora troppo ostili ai concetti di telelavoro, di flessibilità di orario di lavoro, ecc.".
Filippo Abramo, Presidente nazionale AIDP e Presidente europeo EAPM esorta l'Associazione ad essere "agente di cambiamento insieme agli stakeholders, in primis le imprese e le Pubbliche Amministrazioni locali."
Paolo Primavera, Presidente di Confindustria Chieti , si chiede "se possiamo ancora parlare di crisi o di un nuovo sistema economico con altre regole? In cui senz'altro un'importante spinta può arrivare oggi dal Direttore del personale."
Enrico Marramiero, Presidente di Confindustria Pescara, sottolinea come "l'innovazione, l'internazionalizzazione, la ricerca, che oggi sono la chiave di volta, sono possibili solo con le persone. Questa la sfida che oggi ci aspetta: proporre il made in Italy nel mondo puntando sulla qualità e la ricerca dell'eccellenza, fattori chiave del nostro Paese. - e conclude dicendo che - il lavoro è sì un diritto, ma anche un dovere, e può diventare anche un piacere".
Nella tavola rotonda a rappresentare le imprese Riccardo Martorelli, Fab Manager Micron Technology Italia, ci dà un messaggio incoraggiante "Micron ha già implementato molte delle previsioni emerse dallo studio per il 2020, negli ultimi 10 anni ha investito 1.300.000.000 di dollari nello stabilimento di Avezzano, seguendo e a volte anticipando l'evoluzione del mercato, che richiede oggi una forte customizzazione, un nuovo modo di interpretare il lavoro nel quotidiano, una forte valorizzazione del capitale umano. Non sapendo fare sistema, i punti di forza su cui dobbiamo fare leva sono l'evoluzione organizzativa e la gestione dei talenti."
Interessante il profilo delineato da Carlo Pettinelli, Direttore del Personale e Organizzazione in Fater, che usa la metafora del calcio per proporci la figura del "Direttore HR come l'allenatore della Nazionale, tutti sanno suggerire cosa deve fare, posto che sarà poi lui il parafulmine se il risultato non fosse la vittoria ! Il Direttore HR - prosegue - è oggi un business partner, a cui sono richieste nuove competenze organizzative, ovvero la capacità di cogliere e dare risposte alle sempre nuove esigenze del personale di tutte le divisioni aziendali: risolvere i problemi di integrazione, di connessione del personale che opera fuori sede, gestire in modo nuovo la comunicazione interna, superando sistemi obsoleti come gli ‘ordini di servizio'. Oggi l'I.T. dovrebbe essere una funzione all'interno della direzione del personale, per offrire soluzioni più coerenti con i segnali che l'azienda riceve. Occorrono inoltre numerose competenze di ordine legislativo, per offrire subito una prima risposta, accompagnando il tutto con grandi capacità negoziali." Altri spunti interessanti hanno riguardato le relazioni industriali: "... è preferibile avere una RSU forte, in cui i rapporti sono chiari, piuttosto che una RSU sfilacciata che persegue le finalità del singolo". Un'ultima, ma non ultima, competenza, evidenziata da Carlo Pettinelli, è l'umanità: "... noi siamo quelli che parlano con tutti, a cui tutti si possono rivolgere, perché solo così possiamo riuscire a fare tutto quello che si è detto: stimolare la motivazione in primis, svolgendo anche il ruolo di coach. Infine - conclude - questo è un mestiere che richiede automotivazione e una grande capacità di multitasking, non serve una figura di ‘esperto' ma piuttosto un profilo polivalente."
Marcello Vinciguerra, HR Manager Honda Italia Industriale, ci ha proposto un personaggio immaginario, Henry Romano (le iniziali non sono casuali, ndr) Direttore del personale nel 2020, e intuisce che la leva più forte per innescare un percorso virtuoso è ascoltare le persone: "in azienda come nella vita è importante instaurare relazioni basate sulla fiducia, sul confronto quotidiano fatto di ascolto e suggerimenti, anziché problemi e soluzioni".
La conclusione è lasciata a Roberto Zecchino, Direttore Risorse Umane Bosh Italia, che propone un concetto semplice quanto strategico: "conosciamo le nostre aziende e il territorio sul quale insistono, troveremo tante opportunità".
Carter & Benson, S3.Studium e TEC-Bosch hanno promosso un'indagine previsionale sulle prospettive delle HR da qui al 2020.
La ricerca, condotta secondo il metodo Delphi con il coinvolgimento di quindici direttori HR, ha consentito di individuare le linee evolutive della forza lavoro, le sfide future che l'organizzazione lancia alle HR, gli strumenti operativi di cui esse potranno dotarsi, la posizione gerarchica e il prestigio che l'HRD potrà raggiungere.
I risultati della ricerca sono confluiti in un volume "HR 2020. Storie e prospettive" edito da Guerini, autori Domenico De Masi e Stefano Palumbo.
Alcuni spunti interessanti: le persone saranno chiamate a pensare globale, definendole "menti spalancate", ci saranno nuove regole d'ingaggio, che richiedono consapevolezza del contesto e un ambiente lavorativo aderente ai valori personali. Il mondo digitale suggerisce un nuovo modello di work life balance, in cui tempo e spazio hanno un confine lasco e poco marcato. Il professor De Masi conclude con l'evocazione di una decrescita felice, una decrescita che porterà a riscoprire valori perduti, a ritrovare un gusto estetico, a credere in una maggiore responsabilizzazione etica, a vivere una nuova affettività, a godersi la propria esistenza.

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