“Alohomora” …è l’incantesimo che il Presidente Credidio pronuncia davanti ai soci AIDP Abruzzo & Molise, girando tra
le dita una bacchetta magica durante il convegno dal titolo “La crisi non si può progettare, la
crescita sì!” che si è tenuto a Chieti il 22 marzo scorso.
“Alohomora” è ciò che sussurra il mago che vuol aprire le
porte inaccessibili, rievocando il potere del saluto hawaiano Aloha (addio) e la causa dei suoi patimenti: i mora
(gli ostacoli).
Per superare le difficoltà oggi sembra servi un alohomora
che ci apra la porta del mondo uscito dalla crisi, dalle situazioni
apparentemente insuperabili.
Ma un mago non è un mago nel suo settore se non ha la
capacità di capire quale magia fare e quale incantesimo utilizzare. Studio,
osservazione, ascolto, confronto e complicità con altri maghi creano la formula
magica per l’incantesimo necessario. Ripetere energicamente ciò in cui si crede,
con audacia e fiducia nei risultati, scrutando l’ignoto e buttando il cuore in
avanti, fanno delle proprie capacità il vero incantesimo per dire Addio agli
ostacoli! Le nostre scelte, il nostro
coraggio, la nostra voglia di credere in un progetto di vita creano le basi di
una nuova realtà.
“La grande opportunità di cambiare”, è questo il titolo dell’intervento
scelto da Cinzia Rossi, fondatrice
di Cross, azienda specializzata
esclusivamente allo svolgimento di outplacement individuale e collettivo.
L’intervento è articolato in tre parti. Ogni crescita passa attraverso momenti
di “dolore” o di transizione; il cambiamento spaventa destabilizza. Nella vita
professionale ci possono essere “cambi di rotta” ed aziende come Cross, con
specifici piani di orientamento professionale, aiutano le Persone a trovare
nuovi orizzonti. “Il futuro non si può incasellare come uno schema prestabilito”
conclude Cinzia Rossi, “il futuro va
ridato ai giovani, è una scommessa aperta!”
Il Direttore Generale di Confindustria Pescara, Luigi Di Giosaffatte, ha concentrato il suo intervento sul
cambiamento in tempo di crisi riferendosi all'esperienza del progetto AGGREGA
per l'aggregazione di servizi e Sezioni di categoria tra Confindustria Chieti e
Confindustria Pescara, valutato tra le migliori pratiche a livello nazionale
per l'ottimizzazione organizzativa ed il contenimento dei costi di gestione.
Una storia affascinante e coinvolgente è quella dell’'Ing. Carlo Bianco, Presidente di
Fameccanica, ha catturato l'attenzione della platea, raccontando come nasce
l'idea imprenditoriale, come cresce nei suoi 38 anni di attività, espandendosi
poi in Cina, in Brasile, negli Stati Uniti. Ecco alcuni tratti dell'intervista
condotta da Elisa Antonioni,
Vicepresidente di AIDP A&M. Tutto ha inizio in Fater, essendo il nostro
ospite il primo ingegnere assunto, nel 1969. La ricerca di un prodotto più
efficiente lo spinge a cercare un'innovazione che renda i prodotti per
l'assorbenza più pratici e confortevoli. Solo 3 anni dopo il suo ingresso nel
Gruppo Angelini si avvia una vera e propria produzione delle macchine in
Fater.
Fameccanica nasce nel 1975, con l'obiettivo di affrontare la competizione
internazionale e costruire le macchine per tutto il mercato mondiale. Un
obiettivo supportato dai numeri di un mercato importante, in espansione, con
ampi margini di innovazione di prodotto, anche se è più facile da valutare col
senno di poi!
Da uno studio della Mc Kinsey, Fameccanica viene classificata tra le prime
10 aziende italiane per innovazione tecnologica e prima per capacità di
creazione di valore, era il 2002.
Per stimolare il mercato cinese, che non aveva ancora conosciuto i prodotti
femminili per l'assorbenza, l'intuizione dell,'Ing. Carlo Bianco è geniale:
regalare al Ministero per lo Sviuppo Economico cinese una macchina per la
produzione dei lines a basso valore tecnologico, ovvero 'superata' per
Fameccanica, innovativa per la Cina. E così, col proliferare di aziende cinesi
che erano riuscite a copiare quel modello, Fameccanica apre un suo stabilimento
a Shangai, proponendo un prodotto migliore, conquistando il mercato. Altri
aneddoti hanno caratterizzato l'intervento denso di contenuti, di strategia, di
leadership, per poi elevarsi ad un livello più ampio: qual è la leadership
espressa e suggerita dall'Ing. Carlo Bianco? Quali valori, quale Vision, quale
capacità di analisi economica di settore sono indispensabili per progettare la
crescita di un'azienda?
E così ognuno dei partecipanti si è
portato a casa un'idea, un'emozione, la voglia di essere in Aidp ... "I
was here".
Interessante l’intervista condotta
da Tommaso Prete, Vicepresidente di
AIDP A&M a Simone Perseo membro
e responsabile del gruppo giovani di AIDP A&M. Simone, attualmente
responsabile delle risorse umane in un’azienda di Pescara, ha raccontato il suo inserimento
professionale proprio in questi anni di crisi e come la continua formazione e
lo spirito di flessibilità siano alla base di un inserimento professionale.
Non sempre però le avventure si
concludono con un successo. Il Prof Patrizio
Ripari, Presidente di Panathlon Chieti-Pescara illustra “Il Valore della
sconfitta (crisi) nello sport”. L’intervento è principalmente in chiave
sportiva ma può essere riportata in un contesto professionale e aziendale.
“Saper perdere” è di fondamentale importanza per fare della sconfitta
un’occasione di miglioramento delle prestazioni future e, non significa non
dare alcuna importanza alla vittoria. “Migliorare il gioco e non preoccuparsi
del risultato”: in un torneo, vincitore a parte, tutti perdono; non si può
pensare di non perdere mai una partita; la gestione della sconfitta influenza
notevolmente le prestazioni future; una corretta gestione della sconfitta
migliora il giocatore dal punto di vista etico e tecnico-tattico. Viviamo in
una società dove viene valutato positivamente solo chi vince ed ha successo,
invocare una “cultura” della sconfitta, una riscoperta del “saper perdere” può
evitare il ricorso al doping, eliminare il razzismo e la violenza soprattutto
negli stadi. E’ opportuno riscoprire “il bello della sconfitta” e trarne gli
insegnamenti: non sempre è la conseguenza di un demerito; serve per il
riaccumulo di energie psichiche e fisiche; è una pedana di lancio, non uno
“stop” verso il traguardo. Ogni sconfitta è utile…a patto di saperla leggere!
“Allenarsi” a saper perdere per non perdere la “self-efficacy”, cioè la fiducia
che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico. Le vittorie confermano
la tenacia, la passione. Ma sono le sconfitte che ribaltano, rimettono in
discussione, pongono domande e rimettono di nuovo al lavoro, alla ricerca di un
risultato migliore.
E con l’augurio di progettare la crescita ed il cambiamento,
Raffaele Credidio presenta chi ha
fatto delle sue scelte il suo incantesimo vincente: Lorenzo Minotti e Fabio Cola. Calciatore e dirigente sportivo, il
primo; psicologo il secondo, protagonisti del Parma calcio, nei momenti
concitati e incerti del crack finanziario della Parmalat del 2003, sintetizzano
nella parola “appartenenza” l’incantesimo per il successo calcistico di quella
squadra. Sentirsi parte di un gruppo, perché valorizzati come individui,
seguiti nella crescita come persone e spronati come sportivi, ha reso i membri
del Parma di allora, una schiera compatta fuori e dentro il campo. Alla base di
quel risultato c’è stato il lavoro
sinergico di professionisti come Arrigo Sacchi e Cesare Prandelli, che insieme
a tutto il team sportivo han creato una magia, un’energia che andava al di là
della voglia di guadagnare, di essere un’icona del calcio, perchè si basava su
un senso identitario da tutelare, su un gruppo da sostenere dopo aver imparato
al suo interno cosa significassero l’autostima, l’autoanalisi, l’equilibrio tra
fama e frustrazione,la fiducia ed il senso di responsabilità. Quella squadra ha
vinto perché i suoi membri si sono identificati nella visione, nel progetto
sportivo dei suoi dirigenti e giocatori, condividendo un modo di essere e di
crescere insieme. Questo l’Alohomora che ha aperto al Parma la porta del
successo, andando oltre gli ostacoli.