“Nessuna cosa ci appartiene, soltanto il tempo è nostro”
Seneca.
Il tempo è una variante
strategica che fa la differenza nelle scelte professionali.
Si impara a gestire
il tempo e a dargli il suo corretto valore sin da giovani. Ne è convinta Cinzia
Rossi, titolare della Cross Srl, che con il fattore tempo si confronta ogni
giorno,occupandosi di transizioni professionali dei lavoratori. “Più tempo
utilizzi, più tempo acquisti”, questo il suo monito per tutti quei ragazzi che
ancora oggi vivono la crescita come delle tappe sequenziali e non
simultanee,non riuscendo a conciliare studio e lavoro, ma attendendo che sia
l’età anagrafica a dargli l’inclusione nelle tappe della vita. Proattività e
tenacia, chiarezza progettuale ed ottimizzazione del tempo, sono invece le
attitudini vincenti per un giovane del XXI secolo.
La concezione del tempo e del
tempo da dedicare al lavoro, sostiene Elisa Antonioni, Vicepresidente AIDP
A&M, è fortemente cambiato da quando nel 1870 si riteneva che si dovesse
lavorare “dal sole al sole” ovvero dall’alba al tramonto. L’irrompere del
progresso industriale, lo sviluppo della terziarizzazione e del mondo
informatico, hanno completamente trasformato la concezione del tempo del
lavoro. Oggi in 40 ore settimanali il lavoratore deve poter garantire
flessibilità e pragmaticità, riuscendo a conciliare la vita professionale con
quella privata. A dare valore al tempo oggi, è il raggiungimento degli
obiettivi, non il calcolo quantitativo del tempo trascorso in ufficio. Convinto
sostenitore di questa impostazione del lavoro è anche Raffaele Credidio,
Presidente AIDP A&M, che analizzando da HR i bisogni dei lavoratori e
dell’azienda, evidenzia la necessità di cambiare il paradigma tempo- lavoro nelle imprese. Si dovrebbe
infatti remunerare l’operato dei dipendenti in virtù del raggiungimento degli obiettivi, non del
tempo che hanno impiegato. Oggi, infatti, l’informatizzazione regala al lavoro duttilità
ed autonomia gestionale, relegando al luogo fisico un’importanza secondaria.
Ma il diritto del lavoro come
concepisce le variabili ore lavoro e raggiungimento obiettivi?
Andrea Bonanni Caione, managing
partner di LabLaw Pescara, spiega come la retribuzione paghi il tempo che il
lavoratore mette a disposizione del datore di lavoro; questo tempo deve avere
un limite per la tutela psicofisica del lavoratore.
Ciò che oggi invece servirebbe
alle imprese sarebbe trasformare il lavoro stesso in un fattore di produzione,
che in quanto tale necessiterebbe di un costo quantificabile ma in funzione di
un risultato. Questo farebbe sì che le otto ore giornaliere, omogenee in tutti
i comparti produttivi d’impresa, fossero rimodulate sulle effettive necessità
industriali di ogni singola realtà. Ad oggi la contrattazione di prossimità è
l’unica, che in termini di legge, consenta alle imprese di formulare i
contratti di lavoro in base alle reali necessità produttive.
La fattibilità di concepire il
tempo del lavoro in relazione al raggiungimento degli obiettivi, la stanno già
sperimentando sia la Fater che la Tetra Pak Packaging Solution, rappresentate
dai loro HR,Gianluca Nardone e Gianmaurizio Cazzarolli.
L’aumento di qualità del lavoro
portato a termine ed un maggiore senso di appartenenza all’azienda sono i
risultati raccolti dalla Fater in seguito all’abolizione della timbratura dei
cartellini nel Headquarter e dall’introduzione dell’ orario flessibile nei
turni di produzione. Certamente, afferma
il Dott.Nardone “ un personale preparato e qualificato è imprescindibile per
poter proporre team flexibility e time flexibility”.
L’esperienza riportata
dall’Ing. Cazzarolli conferma la validità di un sistema di lavoro flessibile,
già utilizzato da tempo dalla Tetra Pak, in cui una visione lungimirante della
gestione del personale, in modo particolare di quello femminile, hanno concesso
all’azienda una responsabilizzazione dei dipendenti, un controllo informatico
dei lavori eseguiti dal personale e l’introduzione del teleworking. “È indubbio
che un controllo degli obiettivi raggiunti a fronte delle ore di lavoro
utilizzate, richieda un’elevata competenza da parte dei dirigenti, chiamati a
valutare i risultati”. Anche questo aspetto diviene così valore aggiunto
d’impresa.
Il lavoro flessibile non è
comunque una prerogativa d’impresa, perché come evidenzia, il critico d’arte
Luca Beatrice “nell’arte il tempo giustifica l’opera d’arte!” La duttilità del
lavoro è sempre appartenuta al mondo dell’arte e della cultura. I tempi
dell’artista quindi potrebbero diventare quelli dell’impresa, con una nuova
concezione del bello.
AIDP A&M vi aspetta, per
continuare a crescere per piacere, al proprio congresso nazionale a Bergamo dal
23 al 24 maggio 2014 dedicato alle “Risorse della Terra”. (Elena Prizzi)