Come farsi
notare nel mondo del lavoro? Come comunicare in maniera strategica le proprie
skills e il proprio valore per trovare il lavoro giusto? Che cosa significa
fare Personal Branding? Come utilizzare i social in maniera efficace?
Questi i
temi del seminario“BRAND YOU! Come
distinguersi nella ricerca del lavoro, nell’era del social recruiting”,
nato dalla stretta collaborazione tra AIDP Abruzzo e Molise, l’Associazione CreaLavoroGiovani e Fater
S.p.a., che si è tenuto venerdì 7 ottobre
presso il Golf Country Club di Miglianico.
Evento ricco di stimolanti spunti di riflessione sul
Personal Branding, durante il quale, sono stati forniti input sull’importanza
di avviare strategie di Brand Personale e stimoli di riflessione per
comprendere come è cambiata la ricerca del lavoro nell’era dei social network,
come creare un forte personal brand che identifichi al meglio l'immagine
personale e come questo possa creare opportunità di carriera uniche, che altrimenti rimarrebbero
inesplorate.
Per le aziende è stato messo in evidenza come,
oggi, il lavoro dell'HR manager, dei recruiter ed il ruolo del personale
dipendente sia profondamente cambiato, e come gli head hunter siano destinati a
fare uso maggiore del social e branding recruiting, abbandonando i canali tradizionali
a favore di strumenti che consentano loro di conoscere in modo trasversale e
più nello specifico i candidati ideali.
Gli
interventi, preceduti dalla pregevole introduzione di Alfonso Orfanelli,
Presidente AIDP Abruzzo e Molise, hanno abbracciato quattro aree di azione: Il
personal Branding (coach e trainer Damiano De Cristofaro) - I Social Network
nel Personal Branding (Amministratore della Bloo s.r.l. Luca Propato) – Il
Personal Branding per i giovani (coache e trainer Alessandro Pornaro) – Il Personal Branding per il manager (direttore
delle Risorse Umane della Fater, Gianluca
Nardone e il Responsabile Talent Supply della Fater Marino D’Ascenzo)
Che cosa significa fare Personal Branding?
Oggi si parla molto di Personal Branding, ma non è
sempre chiaro cosa contiene questo termine.
Molte persone comunicano attraverso i canali
tradizionali e digitali senza un approccio, sistemico e strategico, che parta
dalla definizione della propria identità personale.
Spesso l’approccio alla divulgazione di ciò che
siamo è sommario, non ben calibrato e non riesce a risponde alla domanda che
tutti - dal cliente, al datore di lavoro - si pongono: “Perché dovrei
scegliere te?”
Che si tratti di imprenditori, commerciali,
manager, giovani in cerca di lavoro, tutti si confrontano presto o tardi con
questa domanda.
Verrebbe da pensare che la risposta sia agevole,
perché si tratta di “noi” - l’argomento che conosciamo meglio di ogni altro! -
eppure può essere veramente molto arduo dare una risposta efficace idonea a far
comprendere all’interlocutore chi siamo, cosa cerchiamo e, soprattutto, il
valore che lui acquisirebbe per il solo fatto di “sceglierci”.
Quando incontri qualcuno che ti interessa, come ti
presentii? Cosa comunichi di te?
Domande che possono sembrare banali, nondimeno, quando ci troviamo in situazioni
nelle quali possiamo aumentare il nostro network o “fare colpo” su una persona
che ci interessa, non sappiamo sempre come presentarci, cosa dire, come
comunicare il nostro valore, rischiando di perdere un’occasione.
Il Personal Branding ci
offre la possibilità di comunicare in maniera efficace il nostro Brand ogni
volta che se ne presenta l’occasione e giacchè, grazie ai Social Network, siamo
in costante relazione con gli altri, questa opportunità è diventata illimitata.
Ne deriva che avere una strategia mirata di Personal
Branding non è solo opportuno, ma necessario!
Cosa significa, quindi,
costruire un brand per la persona?
Le strategie di Personal
Branding servono ad incrementare la nostra reputazione e, quindi, a generare un
rapporto fiduciario con i nostri interlocutori, creando un’immagine coerente
con quello che siamo realmente; un’immagine legata alla nostra identità, ai
nostri valori, alle nostre competenze, ai nostri obiettivi e desideri in
maniera chiara e coerente in modo da incrementare la nostra reputazione e
generare fiducia.
In altre parole fare Personal
Branding è una strategia volta ad individuare obiettivi, aspirazioni, punti di
forza, unicità ed a comunicare in maniera coerente ed efficace chi sei, cosa fai, quali benefici offri e perché gli altri dovrebbero scegliere proprio te.
Quale strategia per il
proprio Brand?
Una delle parole chiave del
Personal Branding è consapevolezza.
Prima di tutto dobbiamo
prendere consapevolezza che l’immagine che pensiamo di trasmettere non è sempre
quella che gli altri percepiscono; il successo di una buona strategia di
sviluppo del brand personale fa in modo che ci sia coerenza tra l’immagine che
volgiamo dare all’esterno e quella che viene percepita.
Va precisato che fare
Personal Branding non significa dare un’immagine falsa di sé! Questo, infatti, non
è solo inopportuno, ma anche pericoloso per la nostra reputazione e per il
rapporto di fiducia che instauriamo con il nostro “pubblico”.
Ricordiamo che la visibilità attrae le persone, ma
è la competenza che le fidelizza!
Ne deriva che, a fronte di un’immagine artefatta,
che pure ci consentirà di essere scelti da tante persone, la nostra reputazione
ne risentirà negativamente.
Per dare un’immagine
coerente ed efficace è necessario individuare consapevolmente: la tua identità
(valori, punti di forza, aree di miglioramento, aspirazioni, obiettivi), cosa
comunichi (benefici chiave, prodotti, servizi o attività), a chi lo comunichi
(il target alla quale ti rivolgi), come lo comunichi (i canali ed i mezzi –
digitali e tradizionali – che scegli per farti conoscere) ed infine, gli
investimenti necessari ed i risultati da raggiungere.
In altre parole fare
Personal Branding significa definire il proprio Brand ed elaborare una
strategia consapevole che ci permetta di comunicare la nostra unicità ed
ottenere la visibilità che desideriamo.
Il Personal
Branding, per certi aspetti, dunque non scopre l’acqua calda: fondamentalmente
dice che devi aver consapevolezza di te, dei tuoi obiettivi e trovare la
miglior strategia per raggiungerli.
L’innovazione
portata dal concetto di Personal Branding sta nel puntare sull’unicità di
ognuno di noi, nel farla valere ed emergere e nel calare tutto questo
nell’attuale mercato globale del lavoro, con tutte le sue variabili e le
possibilità comunicative.
E per i giovani che si affacciano per la prima
volta sul mercato, che significa?
Un giovane,
ancor più che una persona con esperienza lavorativa, deve prima di tutto
partire dalla conoscenza e consapevolezza di sé: capire motivazioni ed
interessi, caratteristiche e punti di forza, scoprire la sua unicità.
Dopodichè
deve definire con quanta più precisione possibile il suo obiettivo
professionale. Per farlo, oltre alla riflessione interna a sé, dovrà informarsi
ed analizzare accuratamente il mercato del lavoro per capire quali sono le
reali possibilità a disposizione. Solo con un giusto mix di consapevolezza
interna ed esterna potrà progettare con efficacia l’inizio della sua carriera.
Il mondo del
lavoro, in Italia e all’estero, è in grandissima e velocissima evoluzione. Non
solo rispetto alle forme di collaborazione o contrattuali possibili, ma
soprattutto perché stanno nascendo moltissime nuove professioni in tutti gli
ambiti: dal digitale all’agricoltura, dal sociale all’architettura, ci sono
figure professionali che prima non esistevano e che offrono nuove e diverse
opportunità occupazionali, ma anche nuove e diverse modalità di accesso o di
relazione con gli interlocutori chiave.
Un giovane
deve dunque farsi un’idea precisa delle varie possibilità e, a quel punto,
definire l’obiettivo.
Molti si
buttano alla ricerca di un lavoro in maniera casuale, senza un’idea precisa e
pensando che per reperire opportunità basti fare un curriculum e spararlo nel
mucchio, rispondendo a quanti più annunci possibile, aspettando poi e sperando
che il lavoro arrivi.
Il Personal
Branding dice anche che la persona deve assumersi la responsabilità di far
sapere al mondo che esiste e che ha determinate capacità, che sa e vuole
risolvere determinati problemi. Perché il mondo non sa che esisti!
Inoltre dice
che non esiste un solo modo per cercare lavoro, ma che ogni obiettivo
professionale prevede uno specifico target di interlocutori da raggiungere, o
da cui farsi trovare, attraverso specifiche strategie, canali e registri
comunicativi e “luoghi online e offline” da frequentare.
Linkedin, ad
esempio, è un luogo virtuale che sta acquisendo sempre più importanza sia per
chi cerca lavoro e vuole essere visibile, sia per chi cerca risorse da inserire
nella propria organizzazione. Ma non è
detto che tutti debbano essere presenti e attivi su questo social network. Se
una persona volesse, ad esempio, aprire una struttura ricettiva, bed &
breakfast o agriturismo, probabilmente dovrà curare la sua presenza in altri
social network o piattaforme (airbnb, tripadvisor, ecc).
Lo stesso
curriculum, strumento di promozione professionale per eccellenza, non è detto
che abbia la stessa importanza per tutti gli ambiti e le figure professionali:
per professionalità come il web designer, il grafico, l’art director,
l’architetto, il curriculum non è fondamentale, ma è molto più importante un
luogo virtuale (pagina web, sito, porfolio online) o una raccolta fisica (book)
che presenti i lavori realizzati.
Personal
Branding vuol dire, dunque, chiedersi a chi voglio arrivare o da chi voglio
farmi trovare, che luoghi frequenta il mio target, che cosa gli interessa o
vuole vedere.
Infine va
detto che, per un giovane, trovare nuovi modi per essere presente e visibile
sul mercato, e non limitarsi ad inviare curriculum, significa potersi
distinguere dalla massa di persone alla ricerca di lavoro e poter emergere
facendo già intuire alcune capacità o caratteristiche personali.
In
quest’ottica una corretta attività di networking, di sviluppo delle relazioni,
rimane sempre un fattore fondamentale di una buona campagna di ricerca attiva
del lavoro, soprattutto in Italia, dove la maggior parte delle opportunità
passa ancora per i canali informali e relazionali.
Il Personal
Branding, per i giovani ma non solo, è quindi anche proattivazione, creatività,
cura di sé e dei propri obiettivi.
E i social network che ruolo hanno nel Personal
Branding?
I social
network sono ormai determinanti nel mercato del lavoro e di questo i giovani
devono essere assolutamente consapevoli.
Molte
ricerche dimostrano due concetti fondamentali.
Innanzitutto
che sempre più HR e recruiter utilizzano costantemente i social per cercare direttamente
i candidati, in particolar modo su Linkedin.
È necessario
capire quale social è utile per il settore a cui ci si vuole affacciare e lì
essere presenti. Ma non basta esserci su un social network, bisogna avere un
profilo che sia fatto in modo utile. Un profilo Linkedin appena abbozzato o
incompleto, ad esempio, non aiuta perché non offre la giusta visibilità, non
fornisce le informazioni necessarie, non fa emergere esperienze e competenze,
non fa lavorare l’algoritmo che gestisce il social network perché non ci sono
parole chiave a stimolarlo.
È importante
avere un profilo completo, ricco, redatto nella giusta forma e con una
fotografia opportuna ed adatta.
L’altra
indicazione che arriva dalle ricerche sull’utilizzo dei social è che HR e
recruiter usano i social anche per
conoscer meglio la persona prima o dopo il colloquio. In questo caso entrano in
gioco anche altri social come Facebook ad esempio. Molti HR dichiarano di aver
escluso candidati per informazioni ritenute inopportune trovate nelle loro
pagine social.
In questo
caso si parla anche di Digital Reputation. Bisogna fare attenzione a
informazioni, post, foto, condivisioni che abbiamo nei nostri social network
perché, se sconvenienti potrebbero minare la nostra immagine ed essere motivo di
esclusione da un processo di selezione.
Insomma, i
social network sono a tutti gli effetti una parte sostanziale anche della
nostra immagine professionale e, se usati con attenzione strategica, possono
favorire notevolmente il nostro Personal Branding. (Damiano De Cristoforo, Alessandro Pornaro)